lunedì 20 novembre 2017

ANIME, NON SOLO BIMBI....

CIAO a tutte e a tutti, oggi ho compreso perché ho difficoltà a scrivere i post settimanali, come mi ero imposta aprendo questo blog; l'idea era di trattare ogni settimana un argomento che riguardasse la maternità e/o la crescita e la cura dei bebè, nonché dei bimbi più grandicelli; oggi ho "visto" con occhi diversi e mi sono resa conto che già ci sono tantissime pagine e siti dedicati a questo, così come su facebook ci sono tanti post di gruppi di mamme, ostetriche, puericultrici, doule e "addetti al lavoro" che scrivono e si scambiano esperienze e consigli e inviti a corsi, seminari, serate varie.        Ritengo che in questo "mare" dove c'è di tutto e di più, pubblicare e scrivere ancora sugli stessi argomenti sia noioso e stancante, per me che scrivo e per chi legge; nella frenesia e nella vita vissuta, quasi da tutti, "di fretta", dove il tempo è considerato tiranno, chi è interessato a leggere una cosa già sentita e conosciuta?   Spesso si mette un "mi piace",che costa poco, anche senza aver in verità letto nulla: sono convinta che molte volte vada così.

A parte ciò, per quello che io sono, sento di voler parlare di bebè, bambini e mamme da un altro punto di vista, quello dell'ANIMA;  scrivere ciò in cui credo, la "mia visione-verità" in cui ho cresciuto i miei tre figli e ciò che continuerò a portare a chi mi vorrà avvicinare e conoscere!

Perché un'anima sceglie di venire al mondo?     Perché proprio da me, da noi?
Chi è in realtà questo bimbo che stringo fra le mie braccia?    Come posso aiutarlo a riconoscersi come un essere unico e irripetibile?    Qual'è l'educazione migliore, fin dalla nascita?   
Educazione del cuore, educazione al sentire, educazione di Luce e Amore, di connessione alla propria Anima, così da non perdersi nelle tante vie che la società offre e propone!                                          Presentazione della realtà: Pianeta Terra= Pianeta Scuola, i bimbi che giungono già sanno, ma hanno bisogno di noi per imparare le varie lezioni e superare l'esame finale.
Io genitore, sono pronto a sostenere mio figlio affinché la sua luce brilli e non si spenga mai?
Io genitore, pongo dei limiti alla crescita interiore di mio figlio?  Lo "ingabbierò" nel sistema attuale e disegnerò i margini in cui dovrà vivere per compiacere gli altri e le loro aspettative?
O lo aiuterò a volare nella vita ed esprimere le sue potenzialità?

Queste sono solo alcune delle domande da cui iniziare a riflettere e su cui confrontarsi, se davvero credo che il mio bambino è un'anima, giunta qui ora, non per soddisfare i miei desideri e le mie aspettative, ma in primis per portare a termine la sua missione, che non è la nostra, ma quella solo sua, che nessun'altro potrà mai compiere per lui.

Un abbraccio luminoso a tutte voi ANIME IN CAMMINO    Maria Rosa






martedì 31 ottobre 2017

ALLATTARE CON LATTE IN FORMULA

                 SOSTITUTI DEL LATTE MATERNO: le insidie della pubblicità
Esistono in commercio dei sostituti del latte materno che sono da considerare dei veri “salvavita”. Ci sono infatti neonati con malattie congenite gravissime, per fortuna estremamente rare come la fenilchetonuria, la malattia da sciroppo d’acero e la galattosemia, che non possono essere allattati con il latte materno, ma si possono alimentare solo con delle speciali formule prodotte artificialmente. Esistono poi degli alimenti speciali per i bambini che, durante l’alimentazione con sostituti del latte materno, hanno sviluppato una intolleranza alle proteine del latte di mucca (dal cui latte derivano tutti i sostituti). Anche questi sono latti speciali e devono essere prescritti in conformità a una patologia che il pediatra ha diagnosticato.     
In commercio esiste una grande quantità di altri sostituti del latte materno che la pubblicità accredita come alimenti "speciali" indispensabili per risolvere tutta una serie di problemi di salute del lattante: il latte per il bambino che ha il rigurgito, per quello che ha le coliche, per quello che ha la stipsi, per quello che non dorme, per quello che piange spesso, per quello che ha sempre fame, per quello che ha i genitori o il fratellino allergici e chi più ne ha più ne metta.   In realtà non c'è alcuna prova scientifica affidabile riguardo alla loro utilità e, dunque, non dovrebbero trovare spazio nella nutrizione del lattante; del resto sappiamo bene che la gran parte dei problemi alla cui risoluzione questi latti sono destinati, in effetti non sono patologie, ma solo fenomeni transitori che hanno bisogno più che di formule speciali, di spiegazioni e rassicurazioni da parte del pediatra.
A leggere poi le raccomandazioni che troviamo scritte sulle scatole c'è da mettersi le mani nei capelli: vorremmo mettervi in guardia per evitare che facciate cose inutili, o peggio, che possiate procurare un danno al vostro bambino.   Un'esempio? una pubblicità recita: "primi mesi di vita: il bambino ha naturalmente bisogno di liquidi, questa linea ne favorisce l'assunzione, dissetandolo e rendendolo sereno e tranquillo: le tisane sono già perfettamente zuccherate secondo le esigenze del bambino....."


 

Ma è possibile che un bambino nei primi mesi di vita abbia davvero bisogno di liquidi oltre a quelli forniti dal latte? La risposta è assolutamente no. Il latte è composto per oltre l’85% da acqua, e un neonato, fino a quando non comincia a introdurre alimenti solidi (e perciò fino al sesto mese di vita), non ha alcuna necessità di introdurre liquidi in aggiunta al latte. Solo in condizione di stress (febbre alta, diarrea, temperatura ambientale eccessiva) ci potrebbe essere la necessità di assumere acqua, o soluzioni reidratanti in aggiunta al latte materno, o un suo sostituto (se il latte materno non c’è o la mamma si deve allontanare); ma, appunto, acqua e solo in queste situazioni di emergenza, non bevande zuccherate e men che meno di tisane.
Un altro mito è l'orario delle poppate e la quantità di sostituto del latte materno da somministrare: nelle famigerate "raccomandazioni" tempi e quantità sono ben scanditi, quasi che tutti i neonati avessero le stesse esigenze; la realtà è ben diversa: le quantità indicate sono calcolate sulla base di un calcolo statistico che tiene conto del peso medio di un bambino, ma la media non corrisponde mai esattamente alla realtà; viceversa, sappiamo bene che ogni lattante è capace di autoregolarsi e che sin dall'inizio i genitori dovrebbero imparare a "sentire" le esigenze del bambino piuttosto che leggere le prescrizioni delle tabelle.   Il vero rischio è che i lattanti alimentati artificialmente possano prendere più latte del necessario perchè la regolazione del loro appetito viene forzata da chi offre loro il latte regolandosi sulla tabella stampata sulla scatola, piuttosto che sul ritmo naturale del bambino.
Articolo scritto da Sergio Conti Nibali, pediatra             
 UN ABBRACCIO A TUTTE VOI    Maria Rosa

  

giovedì 12 ottobre 2017

IL GIOCO SIMBOLICO








Verso i 18 mesi il bambino inizia l'attività rappresentativa, connessa allo sviluppo del linguaggio e della socializzazione e lo fa attraverso l'imitazione e il gioco simbolico cioè  il mitico "FACCIAMO FINTA CHE".

 Il gioco simbolico è una delle attività preferite dai bambini ed è anche una delle più formative dal punto di vista della sperimentazione e della rielaborazione della realtà in cui vivono; i bambini, infatti, hanno la possibilità di ricostruire a loro piacimento il mondo che li circonda, inserendovi emozioni, azioni e parole e avendo la possibilità di impastarle e maneggiarle nel modo che più li rassicura.                                                                                                                                                                             Uno dei modi per rendere il gioco ancora più speciale è quello di avere la possibilità di calarsi nei panni dei personaggi che entreranno nel gioco e vi assicuro che non serve essere dei sarti provetti, basta solo affidarsi alla fantasia.                                                                                                       Come?   Creando un angolo interamente dedicato ai travestimenti!                                                                                                                               Chi di noi non ha mai desiderato essere una principessa, un pirata o semplicemente ricalcare i gesti di mamma e papà?                                                Allora via, tutti a giocare con vecchi abiti e scampoli.                                              
 I genitori possono favorire queste capacità predisponendo un ambiente adatto con stimoli diversificati, mettendo a disposizione del bambino una cassetta dei travestimenti: è sufficiente una cesta o una scatola capiente e tutto ciò che di indossabile, ma non necessario, avete in casa: camicie vecchie di papà, scarpe della mamma, coperte, sciarpe, cinture, collane, borsette, cappelli, maschere, grembiuli, ecc.   L’idea di base è che il bimbo riesca ad utilizzarli da solo e come più gli piace, non sorprendetevi, quindi, se la camicia diventerà una gonna e una borsa colorata un cappello all’ultima moda…....la fantasia non segue le regole del guardaroba perfetto!



Ah, una cosa che non deve mancare, oltre allo specchio in cui ammirare soddisfatti i risultati, è la disponibilità di mamma e papà di farsi vestire dai bimbi; sia per immedesimarsi in un personaggio, sia perché il vostro bambino sta rimettendo in scena il momento della vestizione mattutina.                                                                                              Giocare insieme è un momento fondamentale: il bambino può confrontarsi con l’adulto (che ha molta più esperienza di lui del mondo reale e delle sue regole) e osservarne direttamente le reazioni; l’adulto, al contrario, ha la possibilità di rivedere le proprie modalità relazionali dal punto di vista del proprio figlio…c’è sempre da imparare!!!
Per giocare a “far finta” i bambini utilizzano oggetti, azioni, identità e situazioni come simboli, in modo da rappresentare qualcosa che non è presente, ma che si può immaginare. Non a caso, infatti, è chiamato gioco simbolico quello dove qualcosa viene utilizzata per “significare” qualcos’altro: un elemento fisicamente presente è usato per rappresentare un elemento assente nella realtà concreta, che viene quindi evocato attraverso la mente.
Si tratta di un comportamento che ha un' importante funzione nello sviluppo del bambino: giocando a far finta il piccolo racconta se stesso e il mondo dei grandi che lo circonda, sperimenta abilità cognitive e relazionali, apprendendo una nuova funzione della propria mente: quella di immaginare cose che non sono davanti a lui....e così un pezzo di legno diventa un cavallo, una tazzina vuota può contenere del tè, una bambola assume caratteristiche e volontà umane.  

Con il gioco del travestimento il bambino scopre e interiorizza un'altra immagine di sè allo specchio e ha la possibilità di riprodurre situazioni e atteggiamenti vissuti dal mondo adulto; si favoriscono pertanto lo sviluppo della creatività, della fantasia, un aumento di autostima e di iniziativa personale, rafforzando la capacità di relazione e socializzazione. 
Per i genitori e gli educatori è un'ottima occasione per cogliere eventuali difficoltà, paure, ansie, timori, desideri, emozioni del bambino: OSSERVARE per capire!!

A presto, un bacino rosa colore amore  Maria Rosa





giovedì 21 settembre 2017

CERCASI......NONNA SITTER





Per chi lavora, per chi ha la propria famiglia lontano o non ha nessuno a cui lasciare i bimbi nel momento del bisogno… la babysitter diventa una necessità fondamentale.
Può servire in maniera saltuaria o stabile, ma in entrambi i casi una cosa è certa: deve essere affidabile, preparata e soprattutto deve piacere ai vostri bambini! 
I bambini non vogliono una babysitter noiosa, che sembra già stanca appena arrivata e che passa il suo tempo sul divano, i bambini vogliono qualcuno che li sproni a muoversi e a fare e che non sbuffi quando loro chiedono di giocare, vogliono una persona energica, creativa e fantasiosa.                                            Una babysitter estroversa piace molto ai bambini che amano essere coinvolti e sentire che possono anche permettersi di essere timidi, perché ci pensa la loro tata a farli uscire dal guscio e stimolarli a relazionarsi e fare.                                           Una brava babysitter c’è per rispondere alle mille domande che nascono ogni giorno nella testa di un bambino, è la figura su cui contare, non solo riguardo il gioco e la pappa, ma anche per imparare, per confrontarsi: è capace di stare al passo con la mente curiosa e avida di scoperte del bambino.                                      Una brava babysitter è soprattutto gentile e questa è una cosa che i bambini notano subito, è vero che noi la paghiamo per stare con i nostri bimbi, ma questo loro non lo devono percepire: loro devono sentire che lei ama stare con loro, che ci tiene davvero e che non è un peso.                                                                          Le migliori babysitter si riconoscono dal sorriso dei bambini che seguono, bimbi sereni che hanno giocato e imparato tanto con una tata che a sua volta ama il gioco e le risate, una babysitter creativa, che organizza e inventa giochi e permette ai bambini di sperimentare e giocare in modo creativo è davvero il massimo!
                                                                                                      

 Ai bambini piace che la babysitter sia una specie di amica e compagna di giochi, ma vogliono anche sentirsi protetti e sapere che anche con lei valgono le stesse regole che sì, a volte sentono strette, ma danno loro quei limiti che li fanno sentire sicuri; una brava babysitter sa essere responsabile e sa quando può concedere una libertà in più e quando invece prendere in mano le redini della situazione senza esitazione.                                                                                                                        E' bello, per il bambino, sapere di avere vicino una persona che sa cogliere i suoi piccoli sguardi e leggere le sue emozioni, oltre un muso lungo o un capriccio, che capisce cosa sta provando e sa come porsi di conseguenza, trovando il modo migliore per superare la crisi o gestire la grande felicità.                                          Una brava babysitter non tradisce mai la fiducia dei “suoi” bambini… non dice loro bugie e non spiffera le loro confidenze (a meno che non sia qualcosa che i genitori devono assolutamente sapere).
La figura della nonna sitter, oltre a tutte queste fantastiche caratteristiche, unisce l'esperienza di anni di vita trascorsi coi bambini e la saggezza e la calma raggiunte con l'età .... nonché la capacità di fare le "super coccole".
NONNA SITTER presente all' ISOLA MAGICA vi aspetta per crescere insieme e divertirci!                 un bacino rosa colore amore!     Maria Rosa





venerdì 15 settembre 2017

VESTIAMOLI D'AUTUNNO

Dall'afa e dal caldo, a giorni insopportabile, si è passati rapidamente a temperature più fresche, che sono spesso la causa dei primi malanni e raffreddamenti, specialmente se non vestiamo adeguatamente i bambini.
Ogni bambino può essere più o meno sensibile al freddo o al caldo e anche la costituzione fisica è importante: i bimbi “magrolini” saranno più sensibili al freddo rispetto a quelli più “in carne” e, pertanto, potrebbero raffreddarsi più facilmente.                                                       Non bisogna relegare i bambini in casa se fuori la temperatura è più fredda, meglio uscire, anche ogni giorno, con carrozzina o passeggino, scegliendo gli orari e gli indumenti giusti, perché la stagione autunnale è la migliore per fare lunghe passeggiate e per farli giocare all'aria aperta.                                                                                                                             Uscire permette al piccolo non solo di respirare meglio, ma anche di scoprire luci, colori e rumori che stimolano il suo apprendimento; inoltre è fondamentale per rafforzare le difese immunitarie, così da garantire una migliore resistenza alle malattie da raffreddamento, che si presenteranno puntualmente con l’arrivo dei mesi invernali.

È consigliabile vestire il bimbo “a strati”, in maniera che, a seconda della situazione, possiamo mano mano coprirlo o scoprilo; per il neonato è necessario semplicemente controllare il suo stato di benessere toccando il collo sotto i vestitini (non le manine, come si fa comunemente, perché solitamente sono più fredde rispetto al corpo); i bebè hanno il sistema di autoregolazione non ancora formato completamente e possono avere parti del corpo con temperature diverse.                                                                                                 Vestirlo troppo impedisce alla sua pelle di traspirare correttamente e limita la sua libertà di movimento.  
Un'attenzione maggiore va data al bambino molto piccolo (di un mese di vita o nato prematuro) perché è molto più sensibile al freddo: se si decide di portarlo fuori per una passeggiata, è meglio coprirlo bene ed evitare di farlo in giornate molto ventose perché si solleva la polvere e le sostanze nemiche alla sua salute.                                                            


E se improvvisamente inizia a piovere?  Niente paura, basterà utilizzare l’apposita copertura antipioggia del passeggino o della carrozzina e una volta rientrati in casa cambiargli gli indumenti, se bagnati o umidi.

Perfetto è un abbigliamento comodo e semicaldo ,cotone o acetato e per le giornate più fredde, il velluto, la ciniglia e i tessuti più pesanti. I jeans vanno bene in ogni situazione, da accoppiare ad una maglia di cotone o ad una camicia dello stesso tessuto dei pantaloni.          Le scarpe variano da stagione a stagione, ma l’importante è che siano impermeabili all’acqua e resistenti al freddo, come gli scarponcini scamosciati o gli anfibi isolanti ma traspiranti.


Qualche piccolo accorgimento
Per evitare al bimbo gli sbalzi di temperatura è importante farlo abituare al  clima esterno: quando si esce da casa, meglio sostare qualche minuto nel portone per evitare che l’uscita dall’ambiente troppo caldo possa nuocergli. Nei luoghi chiusi (quando si entra in un locale o in macchina), leviamo qualche strato al bambino per evitare di farlo sudare e rimettiamogli la giacchetta, prima di venire a contatto con la temperatura esterna.
Per vestire il neonato durante i primi freddi, è meglio utilizzare le magliette in caldo cotone oppure quelle double face, con cotone sulla pelle e lana fuori. Cotone, lino e seta sono i tessuti migliori per la pelle del piccolo, al contrario delle fibre sintetiche che non assorbono il sudore e possono provocare allergie e conseguenti irritazioni cutanee.
Nella scelta dei modelli, soprattutto per i più piccoli, sono consigliate le tutine con l’abbottonatura nelle gambe, così da facilitare anche il cambio del pannolino, però è questione di abitudine perché anche le tutine con i bottoni posteriori sono comode.

Il cappellino è obbligatorio? Non è una regola, ma serve solo per proteggere il bimbo dal sole e dal freddo; quindi se la giornata è semplicemente fresca, meglio evitarlo, anche perché i bambini solitamente non lo sopportano.

martedì 29 agosto 2017

SETTEMBRE, SI RIPARTE ........







L’ingresso al nido o all’asilo rappresenta la prima separazione tra mamma e bambino; il distacco è un’importante tappa della crescita.                                                   L’inserimento al nido o all’asilo è fondamentale perché non si può lasciare il bambino in modo brusco.   
Un bambino piccolo è sensomotorio, ciò vuol dire che per lui ciò che vede è presente, ciò che non vede non è presente.                                                                                    Un bambino con meno di 24 mesi non cerca ciò che sparisce dal campo visivo e non pensa che possa essere da un’altra parte, semplicemente perché non è in grado di rappresentarlo mentalmente in sua assenza; quindi, il genitore,dopo il giusto e utile tempo di permanenza, deve andare via e non tornare indietro: il bimbo piangerà ma dopo qualche minuto smetterà perché non lo vede più.                                                                                                                         L’inserimento al nido o all’asilo di tipo progressivo, cioè che dura 1-2 settimane serve più al genitore perché è insicuro e ha bisogno di lasciare il piccolo un po’ alla volta e ha spesso sensi di colpa che creano tensione perché lascia il figlio ad altre persone che se ne prenderanno cura; questo atteggiamento non è efficace per il bambino, bastano poche ore per due, tre giorni affinché il bimbo conosca il nuovo ambiente e le persone con cui trascorrerà la giornata e che per lui sostituiranno momentaneamente la mamma; il risultato è identico: ci sarà la classica crisi di pianto e disperazione, ma è perfettamente normale e dopo qualche minuto il piccolo si sarà già dimenticato del genitore e smetterà di piangere per dedicarsi ad esplorare il nuovo ambiente. 
 Prima di andare via il genitore deve tranquillizzarlo, dicendogli che tornerà a prenderlo presto, spiegare al bambino ciò che sta accadendo è il modo migliore per accompagnarlo in questo passaggio; ad esempio non è consigliabile distrarre il bambino per non fargli notare che la madre sta andando via; il genitore provvederà a incoraggiare e sostenere il bambino nel suo approccio alla novità, con l'aiuto dell'educatrice.                                                                                                             Non date mai per scontato che vostro figlio non capisca esattamente cosa sta succedendo, i bambini sono competenti e si può loro spiegare, anche a pochi mesi, che una novità li attende, già da qualche giorno prima: questo semplice accorgimento aiuterà tutti e due a prepararsi.
Per quanto la scelta di portare il bambino al nido possa provocare, specialmente nel caso di primo figlio, un senso di frustrazione e un latente senso di colpa, è fondamentale che il genitore sia consapevole e sicuro della propria scelta, e sappia monitorare e controllare le proprie emozioni, al fine di non trasmettere ansia al bambino. Ricordiamoci che anche i piccolissimi sanno leggere le nostre emozioni dal nostro volto!
Organizzate un piccolo rituale da fare a casa o durante il tragitto per arrivare al nido, come cantare una certa canzone, o preparare lo zainetto insieme mettendo dentro un oggetto della mamma o della persona di riferimento, oppure mettere una goccia di profumo.      Questo comportamento ha una valenza simbolica ma serve sopratutto al bambino a stemperare la tensione portando con sé un “pezzettino di mamma”.         Una valenza simile ha l’oggetto transizionale: il classico orsetto, una copertina o il ciuccio,  una cosa a cui il bambino è particolarmente legato e su cui proietta tutto l’amore e l’attaccamento per la figura di riferimento che lo tenga ancorato alla presenza (pur sempre simbolica) della mamma.
Un ambientamento sereno non può prescindere da una sana relazione fra genitori ed educatori. È importante essere ben disposti a collaborare per costruire un rapporto di rispetto e fiducia che richiede settimane, a volte mesi: il rispetto dei ruoli avrà come risultato una positiva continuità fra ambiente-nido e casa, a vantaggio del bambino che si sentirà accolto e sicuro in entrambi i luoghi.
bacino rosa colore amore Maria Rosa

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NONNA SITTER DOC......  PUERICULTRICE E ........   a presto
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sabato 19 agosto 2017

A CASA CON MAMMA






E' nato, finalmente è qui tra le tue braccia, mamma!!                                       Un'emozione unica, potente, lo guardi e stenti a credere che fino a poco prima quell'esserino era dentro te, si nutriva di te, viveva di te; ti guarda ed è AMORE allo stato puro, travolgente e immenso!!
Ti rendi conto che è una fantastica magia: rappresenta l'AMORE diventato visibile e concreto.
Lo appoggi sul tuo ventre, sul tuo seno, lui si inebria del tuo profumo, del tuo calore, riconosce il battito del tuo cuore e si tranquillizza, cerca istintivamente il nutrimento da te che sarai la sua fonte di vita, il suo centro, il suo tutto, il suo mondo!
Poche ore dopo è già il momento di tornare a casa con lui e dare inizio alla nuova vita da mamma, a gestire il piccino, eventuali fratellini, le incombenze di casa e così via.
Il puerperio, e in particolare le prime 2-3 settimane dopo il parto, rappresenta per la madre, per il neonato e per la loro relazione un periodo particolarmente delicato.   
Nelle prime settimane dopo il parto ci si mettono anche gli ormoni a fare le "bizze", ecco che subentra una tristezza immotivata, un pianto facile, sbalzi d'umore improvvisi, questa condizione fisiologica si chiama "baby blues" e non va sottovalutata perché può sfociare in una vera depressione post-partum.
Il disagio post-parto viene venduto come naturale o come effetto collaterale della maternità, ma non è vero!
Un figlio, nonostante tanto desiderato e amato, mette a dura prova la mamma che tende a volte a sentirsi colpevole per la sua stanchezza e irritabilità e a sentirsi giudicata o non compresa dagli altri; ma perché se si rompe una gamba è autorizzata a piangere, a manifestare il suo dolore e a chiedere aiuto, mentre dopo aver messo al mondo un figlio no? 

Ecco l'importanza di figure specialistiche, come la puericultrice, che intervengono per promuovere il benessere di mamma e bebè e di tutta la famiglia, per favorire l'adattamento post-nascita e l'allattamento al seno, per aiutare-educare nella cura e igiene del piccino, moncone ombelicale, primo bagnetto e molto altro.
Le visite vengono fatte a domicilio perché la neo-mamma ha poco tempo, voglia ed energia per spostarsi da casa e perché la casa è il luogo della crescita e dell'amore, ottimale per superare e prevenire i problemi della relazione e dello sviluppo.
Il supporto a domicilio può davvero essere l'unica risorsa a disposizione della neo mamma e della famiglia. 
Come mamma di tre figli ti comprendo pienamente, come puericultrice e consulente infantile sono a tua disposizione per sostenerti, aiutarti, coccolarti e crescere insieme a TE, insieme a VOI.

un abbraccio rosa colore amore  Maria Rosa   




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